Un viaggio intenso, a tratti commovente, un ritorno alle origini, un breve contatto con un popolo coraggioso e cordiale. Un mondo in movimento, un sogno che ogni giorno si trasforma in realtà, una natura generosa che regala al viaggiatore spettacoli di una bellezza incomparabile ed infine lei, la Nazione Arcobaleno, il Sudafrica.

Cosa c’è da vedere a Johannesburg
Fondata durante la corsa all'oro, è la capitale finanziaria e il centro moderno della nazione. Jozi - come viene chiamata affettuosamente dia suoi abitanti - sorprende in mille modi diversi!
La città di Johannesburg si trova nell’Alto Veld, a 1765 mt. di altezza sul livello del mare; si espande su un enorme territorio con molte aree verdi ed è formata da diversi quartieri; ha circa sei milioni di abitanti e vanta una varietà culturale degna di nota, frutto dell’afflusso di immigrati e rifugiati al termine dell’Apartheid. E' una città in rapido cambiamento, che costituisce il grande cuore pulsante del Sudafrica. All'epoca delle ricerche compiute per questa guida la città era in pieno rigoglio, con il centro che stava recuperando l'antica bellezza e nuovi loft e complessi di uffici che venivano costruiti a ritmi sempre più veloci. Inoltre, il quartiere culturale di Newtown, dove si trovano numerosi teatri, ristoranti, musei e jazz club, era più vivo che mai. Negli ultimi anni dalle ceneri dell'apartheid è sorta una fiorente classe media nera, sia nei sobborghi sia nella famosa township di Soweto. A ogni modo, esiste ancora un profondo divario tra i ricchi e i poveri, come si può notare dal fatto che i sobborghi più abbienti di Rosebank e di Sandton confinano con township disperatamente povere come Alexandra e Diepskloot, dal ristagno della politica e dall'imperversare della criminalità, che continua a tormentare la vita quotidiana di molti. Nonostante questi problemi, Johannesburg è una città accogliente, piacevolmente informale e dotata di un gran numero di attrattive, che spaziano dalle tristi testimonianze del recente passato del paese custodite all'interno dell'Apartheid Museum alle modernissime vie di Melville.
Cenni storici
Da sempre città di frontiera, Johannesburg deve la sua nascita al pioniere che nel 1886 scoprì per caso la prima pepita d’oro a Langlaagte, proprio nel luogo dove successivamente fu fondata la città: ebbe così inizio la travolgente corsa all’oro, che fece grande la città e il Sudafrica, e nacque Egoli (Città dell’oro) che vide protagonista sir John Cecil Rhodes, il quale, insieme ai Randlord (i signori del Rand, magnati multimilionari senza scrupoli), costruì una fortuna immensa sulla pelle di migliaia di neri che lavoravano nelle miniere e vi morivano miseramente. In un’atmosfera da Far West americano, le follie e le esibizioni erano all’ordine del giorno: addirittura, nei primi anni del Novecento, il francese Jacques Lebaudy girava per le vie del centro con una carrozza dai finimenti d’oro, riempiva la sua piscina di champagne e faceva arrivare danzatrici del ventre da Baghdad. Nel 1946, l’Unione dei Minatori Africani, forte di 70000 lavoratori, dichiarò uno sciopero per protestare contro le condizioni di vita e di lavoro. Purtroppo per loro non ottennero molto, tranne che una dozzina di morti e migliaia di feriti. All’inizio degli anni ‘50 cominciò ad apparire l’ "apartheid", insieme alla crescita del Congresso Nazionale Africano (ANC). Nel 1955, l'ANC annunciò la Freedom Charter, che è la base dell’attuale costituzione. La popolazione di colore non si ribellò fino agli anni ‘70. Nel 1976, durante una manifestazione pacifica di studenti a Soweto, la polizia sparò sulla folla scatenando una rivolta in tutto il paese. I giovani di colore dichiararono guerra all’apartheid, una lotta che continuò per due decenni. Le elezioni del 1994 portarono la pace in tutto il paese, consentendo a Johannesburg di concentrarsi nuovamente sulla sua situazione finanziaria e sui suoi obbiettivi economici. Ma il sogno sudafricano di rapide e facili ricchezze continua: tutti quelli che arrivano a Johannesburg, poveri immigrati compresi, sperano di fare fortuna, di arricchirsi e di dare la scalata ai quartieri alti, oggi come durante il periodo tormentato dell’apartheid, durante il quale fu più pesante e vessatorio l’operato del governo razzista, visto che la città era il centro economico del Paese e più elevata era il numero di neri che vi vivevano. Non a caso da qui partirono le lotte per la libertà e maggiormente attive furono le organizzazioni politiche, grazie anche alla più elevata consapevolezza politica dei suoi abitanti.
SOWETO
La nascita delle township.
La storia di Soweto ha la propria origine nell'apertura delle miniere d'oro nei pressi di Johannesburg, nel 1886. La richiesta di manodopera fece sì che moltissimi lavoratori neri confluissero nell'area. Fin dall'inizio, i neri furono sistemati in aree periferiche come Brickfields. Nel 1904, ufficialmente per contenere un'epidemia di peste, il governo trasferì tutti i neri e gli indiani di Brickfields a Klipspruit, una zona al di fuori dei confini municipali di Johannesburg, in quella che viene talvolta descritta come una sorta di "anticipazione" dell'apartheid. Altre due aree furono riservate ai neri nel 1918, una a est e una a ovest della città. Seguirono altre aree nel sudovest, a partire da Pimville (1934) e Orlando (1935). Durante la Seconda guerra mondiale nuovi neri confluirono verso l'area di Johannesburg come conseguenza dello sviluppo dell'industria e delle nuove leggi rurali che privarono molte famiglie africane della terra. Se i primi insediamenti erano attrezzati con modeste abitazioni, l'afflusso di neri in questo periodo divenne incontrollato e informale, e attorno a Johannesburg iniziarono a sorgere baraccopoli con capanne di lamiera e cartone, dette township nel gergo in uso in Sudafrica. Fra gli episodi salienti di questa "colonizzazione" del circondario di Johannesburg si ricorda l'occupazione della zona di Masakeng da parte di James Panza. Man mano che le township si espandevano, nella parte sudovest di Johannesburg esse vennero a formare gradualmente un agglomerato unico, di enormi proporzioni. Durante la guerra nella zona fu costruito un ospedale per il ricovero dei soldati britannici e del Commonwealth, che solo dopo la guerra divenne accessibile alla popolazione nera. L'ospedale, battezzato "Baragwanath" nel 1948 e Chris Hani-Baragwanath nel 1997, è il più grande del mondo.
L'apartheid e l'espansione delle township
Nel 1948, con l'ascesa al potere del National Party e l'istituzione del sistema di leggi dell'apartheid, il ritmo di espansione delle township aumentò rapidamente, a causa dell'allontanamento forzato di molti neri da aree residenziali come Martindale, Sophiatown e Alexandra. Anche in questo caso, le nuove aree predisposte dall'amministrazione comunale per gli immigrati risultarono insufficienti, e in molte zone gli insediamenti crebbero in modo incontrollato. Nel 1956, sempre nel contesto delle politiche segregazioniste e come anticipazione dell'istituzione delle homeland, furono costruite nuove township destinate solo a determinati gruppi etnici, come Sotho, Tswana, Zulu, Tsonga, Venda e Xhosa. Nel 1963 entrò ufficialmente in uso il nome Soweto per riferirsi all'agglomerato delle township nella parte sudoccidentale della periferia di Johannesburg.
Gli scontri del 1976.
Il 16 giugno 1976 la popolazione di Soweto insorse per protestare contro la decisione del governo sudafricano di sostituire l'afrikaans all'inglese nelle scuole. Nella zona di Orlando, la polizia fece fuoco su un corteo di 10.000 studenti. Nei dieci giorni di violenti scontri che seguirono furono uccise diverse centinaia di persone. Il massacro di Soweto ebbe una forte eco sia nel paese che nel mondo. Numerose istituzioni internazionali, incluse le Nazioni Unite, stabilirono pesanti sanzioni economiche nei confronti del Sudafrica; molti attivisti politici lasciarono il paese, e diversi movimenti politici anti-segregazionisti intrapresero proprio in quel frangente la via della lotta armata. Il governo sudafricano cercò di recuperare la propria immagine fornendo a Soweto una rete elettrica migliore.
Evoluzione amministrativa
Prima degli anni settanta, Soweto era amministrata dal consiglio comunale di Johannesburg. Negli anni '70, nei momenti cruciali della contestazione, il controllo della township passò direttamente nelle mani dello Stato. Nel 1983, sulla scorta del Black Local Authorities Act, Soweto divenne una municipalità indipendente, con un consiglio locale formato da neri. Tuttavia, lo stato non concesse a Soweto i finanziamenti necessari per porre rimedio alla situazione drammatica della scarsità di abitazioni e infrastrutture. La popolazione delle township mise in dubbio la buona fede degli amministratori locali, sostenendo che erano troppo accomodanti nei confronti del governo. Quando le nuove leggi segregazioniste introdotte dal National Party esclusero definitivamente i neri dal Parlamento, la cittadinanza di Soweto protestò boicottando le successive elezioni municipali.
Le proteste degli anni '80
Negli anni ottanta la popolazione di Soweto mise in campo molte differenti forme di protesta nei confronti del regime dell'apartheid. Ci furono boicottaggi scolastici ed economici, e furono istituiti comitati di quartiere e altre organizzazioni che iniziarono a svolgere un ruolo alternativo rispetto alle strutture statali. Le iniziative si moltiplicarono quando l'African National Congress, nel 1985, lanciò un appello chiedendo ai cittadini sudafricani di rendere ingovernabile il paese. Il governo sudafricano vietò ai neri qualsiasi forma di raduno. Molte assemblee segrete si tennero nelle chiese; particolarmente nota in questo senso è la chiesa di Regina Mundi, la più grande chiesa cattolica del Sudafrica, situata proprio nel cuore di Soweto.
Dopo l'apartheid. Nel 1995, crollato il regime dell'apartheid, Soweto divenne parte del Southern Metropolitan Transitional Local Council, e nel 2002 fu incorporata nella città di Johannesburg
CONSIGLIAMO A JOHANNESBURG:
Da non perdere: una visita a Soweto, all'Apartheid Museum e al Palazzo della Corte Costituzionale; una mezza giornata visitando la zona di Mandela Square con la sua bella piazza, i negozi, i ristoranti meravigliosi tutt’intorno.
Apartheid Museum. Questo straordinario museo prende in esame con spietata accuratezza l'epoca della segregazione razziale in Sudafrica e costituisce una tappa assolutamente imperdibile per tutti i viaggiatori che desiderano approfondire le loro conoscenze su quel periodo storico. All'arrivo, ai visitatori viene consegnata una tessera che attesta la loro origine etnica e vengono quindi fatti entrare dall'ingresso corrispondente. Si tratta di uno dei musei più coinvolgenti di tutto il paese, nel quale la vita di molti sudafricani viene illustrata attraverso filmati, testi, brani registrati e testimonianze che forniscono un quadro estremamente realistico della struttura, dell'applicazione e dello scioglimento del sistema dell'apartheid. Nell'Apartheid Museum vi sono anche interessanti resoconti della lotta per la democrazia, utilissimi per comprendere le disuguaglianze e le tensioni che esistono ancora oggi. Tenete presente che questo museo consente di vivere un'esperienza particolarmente forte, in quanto è impossibile restare indifferenti visitando la piccola cella in cui pendono 131 cappi che rappresentano altrettanti oppositori del governo giustiziati per effetto delle leggi antiterroristiche. Se avete intenzione di visitare Soweto, dove si trova l'eccellente Hector Pieterson Museum che testimonia la stessa storia, una visita all'Apartheid Museum è fondamentale. Si trova 8 km a sud del centro cittadino, nei pressi della M1.
Edifici d'epoca coloniale. Johannesburg possiede molti edifici risalenti all'epoca coloniale che meritano una visita. Tra i più significativi meritano di essere citati l'ex ufficio postale, meglio conosciuto con il nome di Rissik St Post Office (Rissik St), e la City Hall (all'angolo tra Rissik St e Market St), il palazzo del municipio che di tanto in tanto ospita concerti.
Mandela & Tambo Law Offices. Nel corso degli anni '50 in questo edificio Nelson Mandela e Oliver Tambo aprirono uno studio legale destinato a fare scuola.
Liliesleaf Heritage Site. Noto anche come Liliesleaf Farm, questo luogo di Sandton (Johannesburg) è stato teatro del Rivonia Treason Trial, il processo che sentenziò la condanna e l’incarcerazione di Nelson Mandela.
Circa on Jellicoe. Questa notevole new entry nel panorama culturale di Johannesburg è destinata a diventarne nel giro di poco tempo il fulcro artistico. Affacciata sui sobborghi settentrionali, questa avveniristica struttura a spirale ospita al suo interno sculture molto innovative, bozzetti e pregevoli opere di artisti contemporanei provenienti da ogni parte del Sudafrica. Lo spazio pubblico situato sulla sommità dell'edificio è veramente spettacolare.
Soweto - Orlando Towers. Costruite in origine per la centrale elettrica di Orlando, queste torri ospitano oggi una delle piattaforme di bungee jumping più incongrue del pianeta. Un tempo dipinta di un bianco tetro, una torre è stata decorata con un coloratissimo dipinto murale - il più grande di tutto il Sudafrica - che raffigura tra gli altri anche Nelson Mandela, la cantante Yvonne Chaka Chaka e uno stadio di calcio. Sulla seconda torre campeggia il logo della FNB, la banca che nel 2002 commissionò il murales. All'interno di queste torri troverete anche un bar e una zona di ritrovo, con personale di gradevole aspetto e musica sparata a tutto volume.
I dintorni: chi si trova a Johannesburg non solo come tappa di passaggio aereo ma soggiornandovi qualche giorno, potrà senz'altro valutare le vaste aree vicine che sono davvero interessanti.
Soprattutto verso nord, a distanze che variano dai 50 ai 250 km, si aprono dei panorami immensi e delle possibilità che spaziano dalle aree montane e culturali del Magaliesberg alle numerose riserve naturali del Waterberg, che consentono di vivere esperienze "africane" in mezzo ai grandi erbivori e felini senza neanche doversi spostare nelle zone del parco Kruger.

Cosa c’è da vedere: SABI SAND GAME RESERVE
Entro i confini della vasta Sabi Sand Game Reserve vi sono alcuni safari lodge tra i più lussuosi dell’Africa meridionale, nonché i luoghi migliori del continente per avvistare animali, tra cui i BIG 5.
La zona , non a caso è la mèta prediletta di molti appassionati di safari. Poichè non ci sono recinzioni tra i vari Lodge privati all’interno della grande area del Sabi Sand , gli uccelli e gli altri animali possono muoversi liberamente da uno all’altro. Per entrare a Sabi Sand occorre pagare una tariffa di R 80 a veicolo

Rinomata come una delle più belle città nel mondo, Cape Town è la più incantevole metropoli sudafricana, una tappa fondamentale del soggiorno nel Paese!
Soprannominata "Città Madre" per il ruolo chiave che rivestì nella nascita del Sudafrica moderno, Cape Town è dominata dalla Table Mountain, una magnifica altura con la cima ammantata da una cascata di nubi, i fianchi ricoperti da una fitta vegetazione e da vigneti, e le pendici circondate da spiagge dorate. Nel mondo ci sono poche città che possono vantare un parco nazionale in pieno centro e offrire la possibilità di dedicarsi a così tante attività all'aperto in una cornice così affascinante.
Il World Design Capital 2014 è un titolo basato sull'idea di utilizzare il design per trasformare le grandi città e migliorare la qualità della vita dei loro abitanti. Con le vivaci facciate di Bo-Kaap, le cabine balneari di Muizenberg, le affascinanti opere di street art e le decorazioni afro-chic che ornano molte guesthouse, Cape Town è una metropoli davvero attraente. Ma soprattutto è una città multiculturale, dove tutti hanno una storia affascinante - e talvolta commovente - da raccontare
Il centro della città, detto City Bowl ("conca cittadina") si trova in una depressione in mezzo a numerosi rilievi, tra cui il più noto è il caratteristico Tafelberg (Table Mountain, "Montagna-tavolo"), che con la sua sommità pianeggiante sovrasta la città. La cima della montagna è spesso coperta da una nube, che, per analogia, viene chiamata "la tovaglia" (table cloth). Oltre al Tafelberg, il territorio cittadino include altre cime: Lion's Head ("testa di leone"), Devil's Peak ("picco del diavolo"), Twelve Apostles ("dodici apostoli") e Signal Hill ("collina del segnale"). La City Bowl si affaccia sull'Oceano Atlantico a nord-est, e precisamente sulla Table Bay, in cui si trova l'isola di Robben Island.
Cenni storici.
Città del Capo fu il luogo del primo insediamento europeo in Sudafrica; Kaapstad fu infatti fondata alla fine del XVII secolo dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali come punto di scalo e rifornimento per le sue imbarcazioni dirette verso l'Asia. A partire da questo singolo insediamento si andò formando la Colonia del Capo, che comprendeva sotto il dominio olandese tutta la Penisola del Capo e una parte di entroterra. La Colonia del Capo fu in seguito invasa dagli inglesi, che procedettero a espanderne i confini verso nord e verso est. Verso la fine del XIX secolo, Città del Capo era capitale di un territorio estremamente vasto, che si spingeva fino ai fiumi Fish River e Orange. La Colonia del Capo cessò di esistere nel 1910 con la formazione dell'Unione Sudafricana, dominion del Commonwealth, il cui territorio corrispondeva sostanzialmente a quello del moderno Sudafrica. L'Unione Sudafricana è ricordata, tra l'altro, per il regime della segregazione razziale, che a Città del Capo ha una storia più antica che in altre zone del Paese: già nel 1901, precedendo di oltre 40 anni l'inizio ufficiale dell'apartheid, le autorità del Capo confinarono la popolazione nera in quelle che oggi sono le township di Cape Flats per combattere un'epidemia di peste bubbonica. La stessa Città del Capo fu però anche teatro del primo discorso pubblico di Nelson Mandela dopo la scarcerazione, l'11 febbraio 1990. La Città del Capo moderna sta ancora cercando di migliorare le condizioni di vita della cittadinanza. I prezzi delle proprietà sono aumentati e il centro città sta diventando più sicuro, con lo sviluppo di appartamenti tipo loft in grandi e antiche strutture come l'Old Mutual Building e il Board of Executors. La piena integrazione della popolazione mista di Città del Capo, comunque, rimane ancora lontana.
Le principali aree della città:
Adderley. La strada più storica è Government Adderley, che attraversa la parte alta città da nord a sud, attraverso i giardini botanici Company's Gardens. Su questa via si affacciano la maggior parte dei musei e molti edifici storici; tra gli altri, il South African Museum, con numerosi documenti sulle culture e la fauna dell'Africa australe. La South African National Gallery ospita opere d'arte moderna. Nella stessa zona si trovano la Cattedrale di San Giorgio Martire, che è la principale della Chiesa Anglicana in Sudafrica (è retta dall'arcivescovo Desmond Tutu), la House of Parliament, e la Groote Kerk della Chiesa Riformata Olandese. La piazza di Green Market Square ospita tutta la settimana un variopinto mercato. Infine, lo Old Town House Museum raccoglie opere di pittori olandesi e fiamminghi del XVII e XVIII secolo, fra cui alcuni van Dyck.
La Town Hall su Grand Parade. La Grand Parade è un grande spiazzo dove si tengono le parate militari; nei pressi sorge l'edificio più antico della città, il Castello di Buona Speranza, eretto fra il 1666 e il 1679, roccaforte della VOC. Sul lato lungo della Grand Parade si erge l'imponente Town Hall (palazzo del municipio).
Central. La zona del Central si sviluppa attorno a St. George's Mall ed è ricca di centri commerciali (tra cui spicca il Golden Acre Center, un tempo stazione ferroviaria) e uffici. Qui si trova il luogo dove sbarcò Jan van Riebeeck, e che oggi, a causa di opere di bonifica, non si trova più sul mare; una fontana commemora l'evento.
Greenmarket Square è il cuore del centro. La piazza funzionava un tempo da mercato degli schiavi. Oggi vi si tiene un mercato delle pulci che trabocca di souvenir e oggetti d'artigianato. Nelle sue vicinanze sta il neoclassico palazzo del Parlamento eretto nel 1894. Grazie ai numerosi bar e ristoranti che vi si affacciano, Long Street è la più rinomata delle strade del centro. L'arteria muove dal porto per terminare nella zona di Company's Gardens nei cui paraggi sono situati alcuni dei più importanti musei cittadini.
Sui pendii dei monti che limitano il City Bowl si distendono quartieri altolocati, quali Tamboerskloof, Higgovale, Oranjezicht e Gardens. Quest'ultimo è rinomato per le sue simpatiche pensioni (guesthouses) che offrono viste panoramiche sul centro e sul porto.
Bo-Kaap. Il quartiere malese di Bo-Kaap, che si snoda dalle pendici della Signal Hill, è caratterizzato da numerose moschee e case basse del primo XIX secolo, dipinte in colori sgargianti. È un quartiere vitale, alla moda, in cui vivono artisti e yuppie, che si mescolano con i molti musulmani. In questo sobborgo ha il proprio centro il movimento People Against Gangsterism and Drugs (PAGAD), un'associazione di stampo islamico che si propone di combattere il crimine organizzato e lo spaccio di droga nella città.
Il Victoria & Albert Waterfront. Il molo del Victoria & Alfred Waterfront è una delle mete turistiche più rinomate della città; vi si trovano il museo marittimo e il Two Oceans Aquarium, in cui si può ammirare la fauna marina dell'Oceano Atlantico e dell'Oceano Indiano. Lo Scratch Patch è un'esposizione di minerali e l'Imax Theatre-Cyber World offre spettacoli hi-tech e film in 3D. Dal molo parte il Robben Island Ferry, che conduce i turisti a Robben Island.
Osservatorio. Situato nella zona sud della città, questo quartiere è il cuore culturale di Città del Capo, frequentato da artisti e studenti. Si trova vicino ai campus universitari di Groote Schuur, dove Barnard effettuò il primo trapianto di cuore del mondo. Nella stessa zona si trova l'imponente mausoleo in onore di Cecil Rhodes (Cecil Rhodes Memorial).
Kirstenbosch. Il giardino botanico di Kirstenbosch, situato sul lato est della Table Mountain, è un polmone verde di 530 ettari. Fra le quasi 10.000 specie di piante che vengono coltivate in questo giardino (uno dei più belli al mondo) si trovano anche tutte le principali specie del fynbos sudafricano.
Township
Constantia. Constantia è la zona più esclusiva della città; è qui che VIP come Desmond Tutu o Wilbur Smith hanno la propria residenza, insieme alle grandi famiglie storiche del Capo. Si alternano ville (alcune delle quali sono adibite a museo) e vigneti.
Le township. Come le altre grandi città sudafricane, Città del Capo ha la propria cintura di township, i quartieri poveri dove vivono i neri rimasti al margine della società. Le township di Città del Capo si trovano nella zona delle Cape Flats. Khayelitsha, Gugulethu, Mitchell's Plain, Atlantis e Athlone sono i sobborghi in cui si trovano le case popolari; altrove nelle Flats si estendono i cosiddetti squatter camps, le baraccopoli.
Consigliamo:
Table Mountain E' una montagna piatta nel Western Cape, che sovrasta i palazzi di Cape Town ed è perfettamente inserita nel territorio cittadino. "Maclear's Beacon" è Il punto più alto della montagna e deve il suo nome ad un segnale, il beacon (faro), posto da Thomas Maclear quale punto di riferimento per calcoli di trigonometria. Oltre 1.400 specie di piante sono presenti sulla Table Mountain: fra queste spiccano le protee, che sono fiori tipici del posto. Fra gli animali i più comuni sono l i roditori come l’irace del Capo, le manguste, e non mancano i serpenti e le tartarughe. La montagna è accessibile da Città del Capo usando una cabinovia da 65 posti che sale in circa 7 minuti. Alcuni dati: Lunghezza del tavoliere: 3,2 Km. Età geologica della montagna: da 400 a 500 milioni di anni. Tipo di roccia: arenaria.
Castle of Good Hope. Costruito dagli olandesi tra il 1666 e il 1679 a scopo difensivo, questo castello presenta una struttura pentagonale con massicce mura in pietra e ospita ancora oggi la sede del comando militare del Western Cape. Se possibile, vi consigliamo di visitarlo prendendo parte a una delle visite guidate gratuite che si tengono dal lunedì al sabato alle 11, alle 12 e alle 14. All'interno del Castle of Good Hope si trovano l'interessante Military Museum e la William Fehr Collection at the Castle of Good Hope che ospita mostre di reperti antichi e di opere decorative di grande interesse. Non dimenticate di salire in cima ai bastioni per ammirare l'intera struttura del castello dall'alto e un meraviglioso panorama che si spinge fino alla Grand Parade.
Company's Gardens. Realizzati come coltivazione di ortaggi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, questi giardini pieni di verde e di ombra costituiscono il posto ideale per chi desidera concedersi un momento di relax. Nel corso del XIX secolo furono trasformati in un magnifico giardino ornamentale, comprendente una splendida collezione di specie botaniche provenienti sia dal Sudafrica sia da altre parti del mondo, tra le quali spiccano frangipani, poinciane, aloe e rose. Gli scoiattoli che vedrete scorrazzare furono portati a Cape Town dall'America settentrionale da Cecil Rhodes, la cui statua si erge al centro dei giardini.
District Six Museum. Questo toccante museo non solo ripercorre le vicende dell'ormai scomparso District Six, ma vuole anche rendere un doveroso omaggio alle circa 50.000 persone appartenenti a tutti i gruppi etnici che abitavano in questa zona prima degli sfratti forzati degli anni '60 e '70. Molte visite guidate delle township partono da questo quartiere per illustrare la storia delle leggi che limitavano la libertà di movimento nel Sudafrica dell'apartheid. All'interno del museo è ospitata una cartina del quartiere, sulla quale gli ex abitanti hanno indicato l'ubicazione delle loro case demolite e altri luoghi particolarmente significativi, ed è possibile ammirare la ricostruzione degli interni di alcune case, una raccolta di fotografie sbiadite e alcune registrazioni di grande interesse. Molti membri del personale - costituito per la quasi totalità da ex residenti del quartiere - hanno storie struggenti da raccontare. L'adiacente Sacks Futeran Building (15 Buitenkant St) ospita al suo interno un paio di interessanti mostre permanenti dedicate alla storia del calcio nella regione del Capo, dalle sue origini, alla fine del XIX secolo, fino ai giorni nostri.
Piccola descrizione del South African Museum
Il South African Museum è un museo di storia naturale davvero affascinante, che mette in mostra centinaia di specie diverse, abitanti della terra, del mare e dell’aria, permettendo ai visitatori di vedere, sotto un unico tetto, creature incredibilmente diverse fra loro come dinosauri, i mammiferi, pipistrelli o anche i resti fossili di specie di 250 milioni di anni fa.
Piccola descrizione del Castello di Buona Speranza
Costruito dagli Olandesi nel 1666 ed il 1679, Il Castello di Buona Speranza è il più antico edificio sopravvissuto in Sud Africa eretto sul lungomare di Città del Capo. Questa fortificazione pentagonale sostituì una fortezza di legno costruita dal comandante Jan van Riebeeck nel 1652 come stazione di rifornimento marittimo per la Compagnia Olandese delle Indie. Il castello ospita la sede regionale della South African Army, la famosa collezione di William Fehr, raccolta di opere storiche, il Museo Militare, che illustra la storia militare del castello e della colonia del Capo, e altre interessanti attrazioni.